Da parte di coloro che criticano la decisione di inviare armi al popolo Ucraino,( perché favorirebbero un escalation del conflitto dicono, omettendo di ricordare che l'alternativa sarebbe stata la resa di Kiev) si sottolinea l'urgenza che si avvii una fase negoziale vera. E giusto, occorre che si giunga quanto prima ad un accordo che non sarebbe mai stato possibile se la Resistenza Ucraina non si fosse opposta con le armi all'aggressione russa. Semplicemente vi sarebbe stata la capitolazione dell'Ucraina. La cessazione delle ostilità andrebbe chiesta prima di tutto a chi le armi ha deciso di utilizzarle per invadere un Paese, non ha chi è stato costretto a usarle per difendersi. Ma veniamo invece alla questione del negoziato; chiarendo che innanzitutto che un negoziato perché sia proficuo devono volerlo in due, cosa che non sta succedendo per responsabilità di Putin. Per settimane, quando ancora sembrava possibile evitare il conflitto, il cancelliere Sholz e Macron, in qualità di Presidente di turno del Consiglio europeo,hanno cercato in tutti i modi di scongiurare l'aggressione che Putin fino al giorno prima aveva continuato a negare. Sia Scolz che Macron ( che in queste settimane ha continuato a cercare di riannodare i fili del dialogo) hanno spiegato a Putin che la questione dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato non era all'ordine del giorno. Ma non è bastato perché era un pretesto. Poi ci hanno provato il Presidente turco e quello Israeliano senza ottenere alcun risultato. In questi ultimi giorni è stata la volta del Segretario generale dell'ONU Guterres e di Papa Francesco che aveva dichiarato la disponibilità a recarsi a Mosca per incontrarlo ma non c'è stato verso. Alcuni si inventano la carta cinese. Per il momento però la Cina sta con Putin e non pare abbia alcune intenzioni di svolgere un ruolo di mediazione. Questo è il quadro.
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