Il centro destra pare abbia trovato l'accordo sul criterio che il candidato premier di un governo di centro-destra sarà il leader del partito che alle prossime elezioni otterrà più voti. Ma solo apparentemente la decisione ricompattera' la coalizione. Al contrario è assai probabile che questo scateni una forte competizione tra Fratelli d'Italia e la Lega nel corso della campagna elettorale dove ciascuno dei due cercherà di portare acqua al proprio mulino con l'obbiettivo di conquistare il lasciapassare per la premiership. Nel M5S sembra invece acuirsi la questione dei due mandati che Grillo ha riproposto in maniera perentoria, minacciando in caso contrario di abbandonare il Movimento. Non mi è chiaro per quale ragione la questione sia stata drammatizza in questo nel momento in cui sarebbe invece stato possibile raggiungere un compromesso che avrebbe consentito a dirigenti che hanno esercitato un ruolo di primo piano all'interno del Parlamento di continuare a svolgerlo. La decisione di candidare il Presidente della Camera e un ristretto gruppo di deputati e senatori uscenti non credo che avrebbe creato alcuno scandalo e, anzi, sarebbe apparsa abbastanza naturale e assolutamente compatibile con la necessità di favorire contemporaneamente un rinnovamento del gruppo parlamentare. L'attività parlamentare non si improvvisa, proprio per questo un gruppo parlamentare che abbia l'ambizione di svolgere sin da subito un efficace ruolo di governo o di opposizione deve poter contare su un nucleo di parlamentari dotati di esperienza, che conoscano i regolamenti e i meccanismi di funzionamento della Camera e del Senato e garantiscano una certa continuità con la legislatura precedente.
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