Ho già avuto modo di chiarire che considero sbagliata e incomprensibile la decisione di Grillo, imposta a Conte, di non concedere alcuna deroga al principio dei due mandati.
Fino all'ultimo Conte ha cercato di spiegare al " Guru" del Movimento che sarebbe stato giusto applicare con minore rigidità la norma per valorizzare l'attività e la considerazione che in questi anni si sono conquistati alcuni parlamentari del M5S, a partire dal Presidente della Camera,ma non c'è stata ragione.
Conte esce indebolito da questa decisione che ha cercato in tutti i modi di evitare, ne escono indebolite la sua leadership e la sua autorevolezza. Grillo invece si conferma il monarca della situazione. Di tanto in tanto ritorna, comunica le decisioni che ha preso e se non è d'accordo con quelle che stavano per essere deliberare e poi se va; in questi mesi a fare immersioni in una delle sue ville al mare.
In queste ore molti si interrogano sull'impatto elettorale di questa decisione, altri come in cosi poco tempo sarà possibile definire le candidature, problema non da poco. Io non credo che essa provocherà un calo di consensi. Di più: che sia stata presa con l'obbiettivo di riaffermare il valore e l'attualità'della identità originaria del Movimento nel tentativo di riavvicinare un pezzo dell'elettorato che in base a tutti i sondaggi è orientato verso l'astensione.
In fondo sia questa decisione che la scelta di togliere il proprio sostegno al governo, fornendo un assist formidabile alla destra che non aspettava altro, fanno parte di un medesimo tentativo: recuperare consensi tornando alle origini. Non è una impresa facile perché in questi 4 anni il M5S è passato attraverso tre esperienze di governo, una di centro destra, l'altra di centrosinistra e, infine, l'ultima con Draghi e decisione che in molti casi hanno modificato radicamento le loro posizioni di partenza rispetto alle quali non credo basti riaffermare il principio dei due mandati.