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18 settembre 2022

Calenda e Renzi orfani di Draghi


Per l'intera campagna elettorale Calenda e Renzi hanno proposto di dar vita ad un governo Draghi bis, ma nessuno dei due si era preoccupato di parlarne con il diretto interessato. Non solo, ma i leaders di Azione e di Italia Viva avevano lasciato credere che l'attuale premier sarebbe stato favorevole. Ancora in questi giorni in una intervista al giornale La Stampa il leader di Italia Viva era tornato sulla questione asserendo che il voto per il cosidetto Terzo ( o quarto? )Polo ne avrebbe reso possibile la formazione. Peccato che durante una conferenza stampa Draghi, stufo di essere continuamente tirato in ballo, lì abbia sconfessati. Per settimane quindi si è discusso di una proposta priva di alcun fondamento e a sette giorni dal voto, dopo che avevano spiegato agli italiani di aver costituito un Terzo Polo per rendere possibile la formazione di un nuovo governo Draghi, Calenda e Draghi sono stati " spiazzati" dal diretto interessato.
L'impianto su cui i due leader avevano costruito la loro campagna elettorale si è sciolto come neve al sole.
E' un bene che sia finita così per più ragioni. Innanzitutto perché la decisione di conferire l'incarico spetta al Presidente della Repubblica e a nessun altro, almeno fino a quando la Costituzione rimarrà l'attuale. In secondo luogo, senza nulla togliere all'azione importante svolta dal governo Draghi, sarebbe utile che in Italia ( dopo la parentesi dei governi Monti e Draghi ) si tornasse ad una fisiologica alternanza tra coalizione diverse. Ripeto, il governo Draghi, la sua credibilità e autorevolezza internazionale sono stato decisive per affrontare l'emergenza Covid e per predisporre il Pnrr che non va modificato se non vogliono perdere i finanziamenti dell'Unione Europea. Di piu: le sue dimissioni hanno indebolito l'Italia nel momento in cui in Europa si sta decindendo con quali provvedimenti affrontare la crisi energetica. Ma per la sua stessa natura e cioè per essere un esecutivo del quale facevano parte partiti che in questi giorni si stanno contendendo la guida del Paese, non poteva che avere un compito e obbiettivi limitati. Prova ne è che dalla sua agenda sono state escluse riforme fondamentali che partiti così diversi non avrebbero mai potuto realizzare insieme. Tanto è vero che ogniqualvolta si e' cercato di mettere mano a provvedimenti che per il loro carattere hanno riproposto lo spartiacque tra destra e sinistra si è deciso di non decidere. È naturale che sia cosi. Ostinarsi a sostenere il contrario, peraltro spendendo il nome di Draghi senza averlo interpretato, è stato un errore oltre che una grave scorrettezza. In un Paese normale la destra sta da una parte e la sinistra e il centrosinistra dall'altra.Non esistono Terzi Poli a meno che non si voglia ripetere " la politica dei due forni " o fare da stampella ad uno dei due schieramenti. Ma non credo che sia questo ciò che serve all'Italia.

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