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Biella, 11 marzo 2023

A proposito della proposta cinese


Qualche settimana fa il governo cinese,( la cui leadership,rompendo una lunga consuetudine, è stata rieletta per il terzo mandato,) aveva avanzato una proposta di mediazione sul conflitto russo-ucraino.
Stati Uniti ed Europa l'hanno lasciata cadere. È prevalsa la convinzione che si trattasse di una proposta strumentale. È stato giusto? Oppure si è trattato di una decisione avventata che mal si concilia con la necessità di cogliere tutti gli spazi che possono favorire l'apertura di un negoziato?
Al momento non esistono proposte di mediazione diverse sul tavolo, nonostante tutti ( forse solo Zelensky si illude del contrario) siano convinti che il conflitto non si concluderà con una vittoria militare di uno dei due. E allora se si ritiene la proposta cinese sbagliata occorre che qualcun altro si ponga il problema di avanzarla. E in ogni caso la stessa proposta di mediazione cinese avrebbe dovuto essere valutata nel merito, semmai per migliorarla e per correggere quei punti della proposta che venivano giudicati inaccettabili.
Infatti, se sa un lato, è giusto fornire al popolo Ucraino tutto l'aiuto necessario per resistere e respingere l'invasione russa, dall'altro, e sempre più urgente e necessario porsi l'obbiettivo di costruire le condizioni politiche e diplomatiche per un negoziato che non potrà che portare ad un compromesso; un compromesso in cui ciascuno rinuncia a qualcosa.
In questa situazione l'Europa ha fatto e sta facendo tutto il necessario? Aggiungo che nessuno più di noi che siamo nel cuore del conflitto ha interesse individuare una via di uscita alla guerra.
Non credo che questo stia avvenendo con la determinazione che la situazione richiede. Non è in discussione l'alleanza con gli Stati Uniti ma questo non deve significare la rinuncia ad esercitare un ruolo maggiore.

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